AGENDA URBANA? Se qualcosa si è sbloccato in Calabria è grazie alla nostra azione

Agenda urbana. Restano i limiti di un percorso debole e disorganizzato.

Trovo assolutamente positivo che un ex-amministratore della città si affacci nuovamente nel dibattito pubblico ponendo interrogativi importanti, per esempio sui fondi “Agenda Urbana” 14-20. Si tratta di un ottimo assist per spiegare ai cittadini di cosa si tratta e le azioni messe in campo dall’Amministrazione grazie alle quali oggi alcuni comuni della Calabria iniziano a firmare qualche convenzione.
La Regione Calabria ha deciso di indirizzare una parte della programmazione POR 2014-2020 alle 8 aree urbane più importanti, tra cui l’area degli ex comuni di Corigliano e Rossano. Non si tratta quindi di fondi intercettati in concorrenza con il resto del paese o della Regione – come i fondi che ormai siamo abituati ad intercettare noi – ma fondi già destinati a territori predefiniti. In pratica si sarebbe lavorato duramente 18 mesi per ricevere (senza intercettare) ciò che noi, in media, intercettiamo in 3 mesi, per merito.

La costruzione della fusione, tirata in ballo un po’ a casaccio, in questo caso non c’entra assolutamente nulla perché le aree urbane sono state individuate in altre sedi, come quella Cosenza-Rende o Gioia Tauro-Rosarno-San Ferdinando, per i quali non c’è alcuna fusione in vista. L’autorevolezza della classe dirigente dell’epoca, per altro, è sintetizzata nel fatto che la nostra area urbana fu classificata come “polo minore”, una circostanza che rischia di penalizzarci anche per le prossime programmazioni, ma pazienza.

Lo scopo dell’agenda urbana avrebbe dovuto essere quello di elaborare una strategia integrata di sviluppo urbano per rafforzare il ruolo delle città nel contesto europeo, attraverso la specializzazione dei poli urbani e la concentrazione degli investimenti. Purtroppo, fin dall’inizio, ci è stato chiaro come la nostra Agenda Urbana non fosse caratterizzata da alcuna strategia di sviluppo integrato del territorio, ma trattandosi di fondi già destinati, si è preferito stilare la solita sommatoria di interventi disarticolati e tappabuchi, alcuni dei quali per altro con un importante cofinanziamento a carico del Comune.

Di certo i limiti di questo strumento per la nostra città non sono ascrivibili agli uffici, ai quali giustamente l’ex assessore è grata per il lavoro svolto in autonomia, bensì alla totale mancanza di visione di chi doveva dare degli indirizzi strategici ed integrati, ovvero alla politica dell’epoca.

Andando all’attualità, dopo numerosi tentativi formali, dalla fine del 2021 ho denunciato pubblicamente l’immobilismo della politica regionale al riguardo – anche per il mancato avvio della concertazione sui fondi Agenda Urbana 2021-2027 – ed a febbraio 2022 ho lanciato un allarme a livello regionale: la Calabria rischia di perdere 200 milioni di euro di fondi strutturali proprio per la mancata sottoscrizione delle convenzioni di Agenda Urbana. La mia non era affatto una provocazione, ma una seria preoccupazione anche alla luce delle difficoltà degli enti locali nella gestione delle procedure.

Questa azione politico-istituzionale è proseguita con l’interlocuzione diretta con il Presidente Occhiuto, poche settimane dopo il suo insediamento, il quale si fece carico della situazione, facendosi promotore di un incontro immediato con il Dipartimento di Programmazione della Calabria. Solo allora si sbloccò qualcosa!

Pertanto, con molta probabilità, se oggi le 8 aree urbane della Calabria hanno iniziato a sottoscrivere una parte delle convenzioni, è anche grazie all’azione politico-istituzionale attivata all’inizio dell’anno dall’Amministrazione Comunale di Corigliano-Rossano, e sono felice del fatto che oggi trovi grande attenzione e se ne possano apprezzare i risultati.

Precisato ciò, i progetti per i quali la Regione Calabria ci ha già proposto le convenzioni sono più di due. Restano purtroppo in piedi due problemi importanti, entrambi frutto della disattenzione del passato, sui quali stiamo lavorando: il cospicuo cofinanziamento; la mancata possibilità di gestire direttamente una parte degli interventi – soprattutto quelli di sostegno ad attività private – che nei poli minori sono gestiti dalla Regione, mentre nei poli principali (Cosenza-Rende, Catanzaro e Reggio Calabria) sono gestiti direttamente dai Comuni, con una attenzione fisiologicamente maggiore.

Fatti questi doverosi ma semplici chiarimenti sull’Agenda Urbana 14-20, mi auguro che presto si apra un confronto con la Regione Calabria sulla Programmazione POR 21-27, compresa l’Agenda Urbana, per poter definire realmente e finanziare una strategia di sviluppo urbano per la nostra città: un confronto sul quale ritengo ci sia un ingiustificato ritardo.

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