Il percorso del PSA va portato bene a conclusione, non fatto saltare

PSA. Stasi: «Nell’ultimo anno integrati documenti senza i quali sarebbe stato totalmente inutile»

Seppur per certi versi le dichiarazioni dei colleghi sul PSA mi stupiscono, mi offrono l’occasione di chiarire una volta per tutte le ragioni per le quali il percorso di adozione dello strumento non è ancora terminato, partendo da un presupposto: essere comuni capofila non significa portare pennacchi, bensì avere il dovere di fare in modo che lo strumento e la documentazione correlata siano completi e adeguati.

Ecco perché nell’ultimo anno, per esempio, abbiamo lavorato ed incaricato gli uffici comunali ed i tecnici esterni già coinvolti nel procedimento per integrare la documentazione relativa alle analisi idrogeologiche, ovvero l’addendum delle tavole dei vincoli sovraordinati (come PAI e PGRA). Senza questo lavoro, concluso con successo pochi mesi fa, avremmo potuto adottare nei consigli comunali il PSA, che però sarebbe stato certamente bocciato in altre sedi o comunque profondamente inadeguato.

Non solo. Abbiamo rilevato che il Regolamento Edilizio allegato al PSA non era aggiornato alle normative intervenute fin dal 2017 ad oggi. Uffici e tecnici esterni, dunque, sono stati incaricati di adeguare i regolamenti a tutte le modifiche intervenute, fino alla L.R. 25/2022 che ha modificato la Legge 19 del 2002, oltre che alle modifiche in materia urbanistica introdotte l’anno scorso dalla normativa nazionale. Anche in questo caso, se non si fosse provveduto in tal senso, il nostro strumento di pianificazione sarebbe risultato bocciato o comunque in parte inapplicabile.

Infine, in queste settimane si è provveduto alla realizzazione di norme per evitare che un secondo dopo l’adozione del PSA, venga imposta la cosiddetta “doppia conformità” a tutti i procedimenti futuri ed in corso. La doppia conformità è il regime transitorio, piuttosto restrittivo, durante il quale ogni progetto di nuova edificazione, per essere autorizzato, non deve rispettare soltanto quanto previsto dal nuovo strumento di pianificazione urbanistica, ma anche dai vecchi Piani Regolatori. Dalle analisi emerse dagli uffici, questo avrebbe avuto ripercussioni anche sui percorsi di edificazione diretta già avviati, ripercussioni negative che è necessario evitare.

Inoltre, a partire dal mese di febbraio, l’Amministrazione ha avviato un percorso di formazione tecnico-amministrativa, curato dal team che ha lavorato al progetto di Psa della Sibaritide, per fare in modo di avere un Ufficio del Piano pronto a dare le giuste risposte ai cittadini subito dopo l’adozione del PSA.

Quasi tutto questo lavoro è stato delegato, oltre che al settore Urbanistica del nostro comune, al team di progettazione esterna che ha curato la realizzazione del PSA fin dai primi passi, quindi a chi, più di tutti, ne conosce i dettagli. 

Insomma, sono certo che i colleghi non volessero entrare in polemica, tenendo conto del fatto che è ben noto come la nostra Amministrazione tenga a concludere positivamente questo percorso, nonostante si tratti di uno strumento di pianificazione oggettivamente datato: non a caso i PSA approvati in Calabria si contano sulle dita di una mano.

Proprio perché teniamo a questo percorso, l’Amministrazione di Corigliano-Rossano sta lavorando affinché lo strumento che andremo a adottare sia il più adeguato e moderno possibile, e soprattutto perché risulti utile allo sviluppo integrato del territorio. Probabilmente se avessimo ceduto alle sirene o alle pressioni di una adozione frettolosa e prematura, invece, il PSA si sarebbe tramutato – al contrario – in un semplice ulteriore ostacolo burocratico.

 

IL SINDACO
FLAVIO STASI

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