Il fallimento del Commissario per il dissesto è un fatto inquietante, non una questione politica

Stasi: «Il comune ha già messo a terra circa 7 milioni di euro in tema di dissesto»

 Non ho ben compreso se, andando a recuperare due finanziamenti ingarbugliati ereditati dal Commissario, il consigliere regionale Straface volesse giustificare o spiegare i 480 milioni di euro inspiegabilmente fermi da anni all’Ufficio del Commissario Straordinario per il Dissesto Idrogeologico: se così fosse, ne sarei preoccupato.

Non l’ho compreso perché si tratta di un fatto che dovrebbe inquietare prima di tutto i membri del Consiglio Regionale e solo successivamente i sindaci interessati, come nel nostro caso: in quei 480 milioni ci sono anche 8 milioni per mettere in sicurezza il famigerato argine destro del Crati.

Non l’ho compreso anche perché, per quanto mi riguarda, tale fallimento non è di certo ascrivibile ad una giunta regionale, ad uno schieramento politico oppure ad un commissario: si tratta di una postazione alla quale si sono avvicendati più commissari scelti da più governatori, ma che finora sia stato fallimentare non si può mettere in discussione.

Basta guardare i dati: fondi per 478 milioni, progetti conclusi 0%. Non è un refuso: zero percento, decimale più, decimale meno.

Il Comune ha dei ritardi? Talvolta si, ma gli enti comunali non sono enti commissariali, che esistono (e costano alla collettività) proprio per velocizzare i percorsi burocratici ordinari ai quali gli altri enti, compresi i Comuni, sono costretti. Come si può non concordare sul fatto che un ente commissariale straordinario che fa più ritardo degli enti ordinari stia sprecando denaro pubblico?

Nel merito, i progetti a cui fa riferimento il consigliere regionale rappresentano solo una parte di quelli gestiti dal Comune in tema di dissesto idrogeologico, ereditati dal Commissario con non poche criticità tecniche ed amministrative rilevate dagli uffici comunali dopo il nostro insediamento. Uffici comunali ai quali, invece, bisogna dare il merito di averli sbloccato con una aggiudicazione nel gennaio 2023.

Gran parte dei finanziamenti che abbiamo intercettato su indirizzo dell’attuale esecutivo comunale per interventi di messa in sicurezza, invece, sono stati già realizzati o sono con cantiere già aperto: parliamo di quasi 7 milioni di euro, a partire dai 5 milioni di euro che abbiamo intercettato nel 2020 e che abbiamo realizzato già al 95%. Su uno soltanto di questi progetti abbiamo registrato problemi, con fondi da 200 mila euro, e li stiamo risolvendo proprio in questi giorni. Per non parlare delle vicende trentennali sbloccate con forte volontà politica e con lavoro meticoloso, come quella di Vallone Sant’Antonio o cui lavori sono in corso.

In pratica il Comune di Corigliano-Rossano in questi 4 anni, senza poteri straordinari, ha fatto molto di più di un ufficio straordinario che gestisce quasi 500 milioni.

Ritengo che i consiglieri regionali del territorio debbano essere molto più preoccupati di me rispetto all’argine destro del Crati e molto più arrabbiati di me rispetto ad un ritardo inammissibile di un intervento i cui lavori avrebbero dovuto iniziare nel novembre 2019 e terminare nel giugno 2020 e che, al contrario, sono ancora in fase autorizzativa.

Tutto questo non rappresenta una questione politica, ma un inquietante dato di fatto sul quale non intendo fare polemica ma per il quale pretendo, a nome della Città, una accelerazione. Se l’Ufficio del Commissario, per ragioni che non intendo giudicare, non è in grado di mettere a terra questo intervento entro l’estate prossima, ribadisco: si deleghi il Comune e, senza poteri straordinari, ci adopereremo per metterlo a terra, senza alcuna strumentalità politica.

L’ho detto e lo ribadisco con chiarezza: quella del Crati ed in particolare dell’argine destro, rischia di diventare una tragedia annunciata.

Ne approfitto per ribadire un altro concetto: oltre all’intervento di messa in sicurezza, l’argine destro richiede una importante manutenzione che è fondamentale per la sicurezza del territorio. Ritengo necessario un presidio idraulico permanente con mezzi e uomini per il quale avevo anche dato disponibilità di uno spazio nell’autoparco comunale. Senza tale presidio, quell’argine rischia di essere indebolito progressivamente dagli eventi atmosferici e dalla fauna fluviale che sceglie proprio il fianco del fiume come tana. Sembrano banalità ma non lo sono. Anche su questo credo sia necessario impegnarsi e dare risposte.

 

 

IL SINDACO

FLAVIO STASI

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