La Sila–Mare è la punta dell’iceberg i Comuni sono le vittime

Stasi: «Si apra una discussione generale sulle infrastrutture»

Subito dopo il disastroso crollo del ponte sul Trionto, ho letto e sentito dichiarazioni roboanti che attribuiscono ai Comuni della valle una qualche corresponsabilità rispetto a quanto accaduto. Così la vittima diventa carnefice.

Quella della Sila-Mare è la punta dell’iceberg di una situazione infrastrutturale esplosiva, soprattutto per quanto riguarda i collegamenti da costa a montagna e da costa a costa. Ero un bambino e c’erano sindaci delle nostre aree interne costretti ad accamparsi, non in senso metaforico, sui cantieri per sbloccare i lavori per la realizzazione delle strade. Sono passati decenni e la situazione mi sembra ancor più grave.

Non fosse altro per il fatto che le opere, stradali e non, realizzate da quei “pachidermici carrozzoni” che abbiamo liquidato con la seconda repubblica – le uniche opere ad essere state realizzate al sud per decenni – iniziano ad avere oltre mezzo secolo e, senza la corretta manutenzione, non reggono più. Basti pensare, facendo un salto nell’attualissimo tema della carenza idrica, che, come Comune, abbiamo ultimamente realizzato la nuova condotta Petraro-Donnanna, sostituendo quella realizzata, prima che io nascessi, dalla Cassa del Mezzogiorno, dismessa da molti anni ma che ha funzionato per decenni.

Le responsabilità di un tale lassismo sono da attribuirsi quasi esclusivamente alla Regione Calabria, talvolta ad altri enti extra-comunali, che per anni e trasversalmente hanno attuato una politica di disinvestimento sui territori – con cantieri lunghissimi, sospesi, ripresi, variati alla meno peggio – costringendo spesso i comuni a lavori straordinari per non cadere in un totale isolamento, con il risultato non solo di un progressivo spopolamento delle aree interne, ma soprattutto di un generale impoverimento dell’intero territorio regionale.

In tutto questo i Comuni e le comunità sono le vittime, che elemosinano grazia ma dovrebbero rivendicare giustizia.

Quanto accaduto alcuni giorni fa sul Trionto è visibilissimo e richiede interventi immediati. Se intendiamo valorizzare realmente la nostra regione è necessario rivedere le politiche di investimento sulle infrastrutture regionali, rendere le aree interne non solamente “raggiungibili” ma vicine, collegare le due coste, aumentare l’interconnessione tra territori e la messa in rete dell’attrattive.

Tutto questo, ovviamente, al netto dei percorsi altrettanto importanti per la realizzazione delle grandi infrastrutture di collegamento continentale, come la nuova Statale 106 e la nuova tratta ferroviaria ad alta velocità.

A tal proposito ho avuto notizia che l’Anas avrebbe ricevuto, venerdì scorso, tutta la documentazione necessaria per proseguire nella procedura di realizzazione della Sibari-Coserie. Mi aspetto pertanto la convocazione della Conferenza dei Servizi per poi procedere all’esecuzione dell’appalto integrato che include anche le opere complementari, dando per scontato che il Governo, trattandosi di un’opera strategica, stanzi immediatamente i fondi necessari al momento dilazionati in 15 anni.

Infine, insisto che le arterie come quella di Cantinella, attraversate da famiglie e lavoratori, richiedono interventi di miglioramento, non strumenti come i tutor, forse utili in altri punti ma che in questo caso servono solo per fare cassa: la Provincia lo rimuova.

 

 

IL SINDACO
FLAVIO STASI

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