I “SEI GRADI” DI GIOBBE COVATTA E LA SOSTENIBILITÀ DEL PIANETA

Ridere con testa sull’Armageddon, l’Apocalisse, la probabile fine del mondo conosciuto. Giobbe Covatta, nel suo “Sei gradi” – scritto con Paola Catella – alla maniera calviniana, plana sulle cose dall’alto e tra una battuta e un’altra porta lo spettatore a interrogarsi su alcuni dei grandi temi ambientali del nostro secolo: la sostenibilità del Pianeta e di conseguenza delle sue popolazioni.

Tra i suoi spettacoli più noti: “7” (come i sette vizi capitali) e “30” (come gli articoli della carta dei diritti dell’uomo), La Divina Commediola, Scoop (Donna Sapiens), e “Sei gradi” in cui il noto comico mette in scena uno spettacolo dove humour, ironia e satira si accompagnano alla divulgazione scientifica. Il numero sei rappresenta l’aumento in gradi centigradi della temperatura della Terra.

«Immagino il mondo nel 2112, un dopodomani mica troppo lontano, abitato dai nostri pronipoti – si legge in una dichiarazione rilasciata dall’artista – cosa succede con sei gradi in più sul pianeta? Cose inquietanti e ridicole. Tra le prime, per dirne una, i monsoni che scompaiono e quattro miliardi di persone costrette a ritrovarsi senza l’alimento base della loro vita: il riso. Scomparso, via. Tra le seconde, le scappatoie scientifiche che l’Uomo, che resta intelligente, inventerà per sopravvivere. Poi, se non ce la farà, alla Terra sai che gliene frega». Far ridere coi numeri, sulla fine del mondo è possibile? «Certo che sì anche ai funerali si ride, e il morto non se la prende».

La prima messa in scena risale al 2014 ma continua a essere di assoluta attualità.

È questo lo spettacolo che il WWF Calabria Citra, nell’ambito del Progetto Sibsea e con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, porterà a Corigliano-Rossano, il prossimo 23 agosto, nell’ambito del cartellone del Coro Summer Fest, a Torre Sant’Angelo (Lungomare Rossano) con inizio alle 21. Evento gratuito. 

 

Un “antropologo” istintivo. Per vocazione.  Giobbe Covatta è l’uomo che non ti aspetti.  Dietro l’aria bonaria, la napoletanità che tutto sembra irridere, l’ironia salvifica, l’artista che ti liquida con una battuta, la risata pronta, l’attivista che lotta con Amref, l’ambientalista, c’è uno studioso serio, attento e consapevole del mondo che ci circonda. Covatta nasce a Taranto nel giugno del 1956 ma è napoletano d’adozione, essendosi trasferito da bambino nel capoluogo campano. Comico, scrittore, attore, politico, testimonial di AMREF e Save the Children, portavoce nazionale della Federazione dei Verdi. I primi palchi calcati sono quelli dei villaggi turistici, dove lavora come animatore, poi il debutto al Derby di Milano nel 1983, finché nel 1987 fa la sua comparsa in tv su Odeon con il programma “Una notte all’Odeon”. L’anno dopo arriva a Rai2. Dal 1990 diventa ospite regolare del “Maurizio Costanzo Show”. Da lì la sua carriera non conosce più stop. Teatro, televisione, cinema, libri. A un certo punto della sua vita l’attivista che è in lui si risveglia e arriva anche l’impegno ambientalista e umanitario. Dicono di lui che è l’unico in Italia che può ironizzare sulla Bibbia senza incorrere in scomuniche

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